Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei deputati, 2 maggio 2007 MARCO BOATO. Signor Presidente, i Verdi voteranno a favore di questa giusta iniziativa legislativa per l'istituzione della giornata della memoria a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi. Tuttavia, vorrei ricordare a qualche collega che ha lamentato in quest'aula la mancanza di iniziative a favore delle vittime del terrorismo, l'adozione qualche anno fa, nel 2004, della cosiddetta «legge Nassiriya», proprio per tutte le vittime del terrorismo interno e in parte del terrorismo internazionale. Questa è la ragione per cui la «legge Nassiriya» dovrà essere completata, per il periodo storico antecedente al 2003, a proposito delle vittime del terrorismo internazionale, come è avvenuto alla fine della scorsa legislatura, con una mia proposta di legge a favore delle vittime della strage di Kindu, che risale al novembre del 1961. Mi auguro, quindi, in questa occasione, signor Presidente, che il Senato possa rapidamente completare l'iter legislativo della proposta di legge, già approvata all'unanimità da questa Camera, per rendere giustizia anche alle altre vittime del terrorismo internazionale precedenti alla strage di Nassiriya. Se questa proposta di legge che stiamo discutendo oggi è giusta - noi la voteremo - mi pare che sia stato pessimo il tentativo da parte di qualche collega di utilizzare anche questa occasione per una divisione e una contrapposizione politica. È necessario ricordare ancora una volta che l'Italia ha conosciuto diversi tipi di terrorismo, in primo luogo, la strategia della tensione e delle stragi. Qualcuno in quest'aula forse non si è avveduto - o, almeno, non lo ha sostenuto - che ci sono decine di indagini giudiziarie da cui emerge la complicità di settori e di apparati dello Stato nella strategia della tensione e delle stragi. L'Italia ha conosciuto fin dal dopoguerra il terrorismo politico-mafioso con la strage di Portella della Ginestra del 1o maggio 1947. Proprio ieri ne è stato ricordato drammaticamente il sessantesimo anniversario. Ma non c'è dubbio che la data che ha segnato una svolta storica in Italia sia stata quella del 12 dicembre 1969, con la strage di piazza Fontana, che ha inaugurato quella strategia della tensione e delle stragi che ha seminato lacrime e sangue nel nostro paese. Per questo, lo dico sommessamente e pacatamente, ho già sostenuto in sede di discussione generale che sarebbe stato giusto, come già previsto dalla proposta di legge a prima firma Zanella e dalla proposta di legge a prima firma Zanotti, entrambe da me sottoscritte, indicare il 12 dicembre come la data prescelta per il giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. Signor Presidente, colleghi, al Senato dopo molte sedute in cui si è dibattuto su un ampio ventaglio di date possibili come giorno della memoria, la Commissione affari costituzionali in sede deliberante ha deciso in modo unanime di adottare la data del 9 maggio, anniversario dell'assassinio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, avvenuto appunto il 9 maggio del 1978. L'anno prossimo ricorderemo i trent'anni di questo tragico evento. Sicuramente l'omicidio di Aldo Moro è stato un tragico e criminale evento, che costituisce il più grave omicidio politico nella storia italiana del dopoguerra e il 9 maggio di ogni anno costituirà l'occasione per ricordare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi, senza distinzione. Proprio per questo motivo, collega Cota, collega Del Bue, sarebbe stato più opportuno scegliere la data del 12 dicembre, perché riguarda cittadini qualsiasi, come è avvenuto per tutte le stragi che hanno fatto seguito a piazza Fontana. Infatti, il primo cittadino qualsiasi non è stato ucciso per terrorismo nel marzo del 1971, ma nella strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, dove le vittime sono state decine. Cittadini qualsiasi, donne e uomini che si trovavano casualmente in una banca, in una piazza o in un treno e che solo per questo hanno perso la vita o sono rimasti invalidi per tutta la vita. Forse dunque sarebbe stato meglio evitare - ripeto, lo dico sommessamente e pacatamente - che il Parlamento scegliesse come «Giorno della memoria» la data dell'omicidio di un proprio autorevolissimo membro, di un uomo politico e statista così stimato come Aldo Moro, a fronte di centinaia di persone anonime che sono rimaste vittime del terrorismo indiscriminato e che spesso anche dopo tali eventi sono rimaste anonime. Questa riflessione, rispettosissima e solidale nei confronti della straordinaria figura di Aldo Moro, è stata del resto suggerita anche dalle sollecitazioni e dalle aspirazioni di molte associazioni di familiari delle vittime del terrorismo e delle stragi. Ma, lo ripeto, in ogni caso il gruppo dei Verdi voterà a favore di questa proposta di legge ricordando che essa corrisponde anche ad un'esigenza e ad una aspirazione condivisa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La strada per una memoria condivisa, come emerge dal nostro dibattito, sarà ancora lunga e difficile perché questo Paese è ancora dilacerato profondamente al proprio interno e temo lo sarà, purtroppo, ancora a lungo. Sarebbe invece auspicabile che il «Giorno della memoria» non venisse mai utilizzato per nuove contrapposizioni ideologiche e di parte, per rivendicazioni astiose e contrapposte ma, al contrario, che venisse utilizzato per creare, in un clima finalmente sereno e solidale, la capacità di ricordare adeguatamente il passato affinché si creino le condizioni umane, culturali, politiche e istituzionali perché quel tragico passato non possa e non debba più ripetersi. Mai più stragi, mai più terrorismo, mai più vittime innocenti! Mai più (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
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MARCO BOATO |
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